Il poliziotto - Un amico in più

poliziottoLa Polizia di Stato, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e l’Unicef, nell’ambito del progetto di educazione alla legalità dal titolo “Il poliziotto un amico in più”, ha indetto – per l’anno scolastico 2009/2010 – un concorso rivolto agli alunni che frequentano la scuola dell’infanzia, la scuola primaria, la scuola secondaria di primo grado e il biennio della scuola secondaria di secondo grado.

L’iniziativa, che si inserisce nell’ambito degli interventi volti a favorire la comprensione del concetto di “Polizia di prossimità” – grazie anche al coinvolgimento del mondo scolastico – intende favorire lo sviluppo di una cultura della legalità, del rispetto dei diritti umani, della tolleranza, della solidarietà e dei valori in genere, su cui si fonda una società civile, considerata indispensabile per garantire il bene prezioso della sicurezza e della pacifica convivenza.

I lavori selezionati e risultati vincitori a livello provinciale (esclusivamente i primi classificati per ciascuna categoria), sono stati inviati a Roma dove una commissione centrale, presieduta dal Direttore dell’Ufficio Relazioni Esterne e Cerimoniale della Segreteria del Dipartimento della Pubblica Sicurezza e composta da rappresentanti del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, dell’Unicef e della Direzione Centrale di Sanità, da professionisti del settore della stampa e delle comunicazioni e da esperti delle arti grafiche e figurative, ha selezionato i lavori ritenuti di maggior interesse a livello nazionale.

Per la categoria "Opere letterarie", il primo premio è stato vinto dall'alunna Marianna, di 1D OSS che, accompagnata dalla docente referente prof.ssa C. Cappellozza, è stata premiata nel corso di una cerimonia ufficiale.

All'alunna è anche pervenuto l'apprezzamento e il plauso da parte della Direzione Generale del MIUR.

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IL TEMA PREMIATO

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CONCORSO PROGETTO “IL POLIZIOTTO UN AMICO IN PIÚ”

X EDIZIONE 2009 – 2010

TEMA DEL CONCORSO

“INSIEME PER UN AMBIENTE SICURO”

Sezione Biennio Scuola secondaria di secondo grado

Categoria Opere letterarie

Elaborato della classe ID Professionale 

Docente: CAPPELLOZZA M. Cristina

Un ambiente sicuro: paure e speranze

Purtroppo sembra che oggi nessun posto sia considerato sicuro, ma secondo me bisognerebbe con pazienza e tenacia affrontarne subito i problemi, senza scoraggiarsi.

Un luogo che mi dà sicurezza dovrebbe essere innanzitutto frequentato da persone positive, che credono in questo presente e in un domani magari migliore, da persone che mi sappiano trasmettere fiducia nelle mie capacità, che riescano ad aiutarmi un domani ad impegnarmi in un progetto duraturo. 

Queste persone dovrebbero essere in grado di aiutarmi ad affrontare i problemi, dovrebbero essere positive, non pessimiste, perché la speranza è senz’altro più creativa.

Vorrei riuscire a trovare anche fuori casa, la serenità che ho con la mia famiglia, invece a volte anche solo salire sull’autobus rischia di diventare un dramma. 

Mi spaventa anche ascoltare in televisione che un ragazzo riesce ad entrare nella sua scuola con una pistola e uccidere i suoi compagni. La paura non deve vivere in me, in ogni posto in cui mi trovo.

Fra tante cose, quella che sicuramente mi spaventa di più è l’indifferenza della gente nei confronti di chi ha bisogno. É orribile! Si può arrivare ad essere così crudeli e insensibili? 

Girarsi dall’altra parte davanti a chi soffre è secondo me inconcepibile, non ammetto che una persona non abbia l’istinto di aiutare una persona indifesa.

Sfoglio il giornale e leggo che viene dato fuoco ad un mendicante per divertimento e mi chiedo: “Sto vivendo in questa società? Sono queste le persone che mi circondano?” 

Sono sicura di no, voglio con tutte le mie forze credere che non è così, perché altrimenti vivere sarebbe difficile.

E allora un posto sicuro dov’è? Forse dovremmo cercarlo in ognuno di noi, un posto fatto di serenità, di valori soprattutto. 

Solo così forse potremmo sperare di trovare posti sicuri, perché abitati e frequentati da persone positive che, anche se il loro cammino è faticoso, hanno sempre speranza nel futuro.

Ultima revisione il 07-07-2021